Perché IL PENNOFILO
Impossibile parlare di questa nuova esperienza senza parlare, almeno un po’, di me e della mia passione per le penne e la scrittura, una pratica che da sempre avverto come segnata da una connotazione quasi magica, cabalistica, che, quando è efficace, può arrivare alla radice dei nostri pensieri.
Pratico la scrittura da quasi 70 anni ed ho scritto quasi sempre solo con una delle tante stilografiche che mi hanno accompagnato nella vita e nel lavoro. Nonostante la mia età, conservo ancora un ricordo vivissimo di quando, scolaro delle elementari, nell’immediato dopoguerra (agli inizi degli anni ‘50 del secolo scorso), l’arrivo a scuola e la sistemazione nei primitivi banchi di legno (questo passava il convento…) erano contrassegnati da un vero e proprio rituale: il bidello, in camice nero, dopo aver preparato l’inchiostro in una bottiglia, passava da un banco all’altro per riempire i calamai (in vetro), alloggiati in un apposito buco sulla fascia anteriore del banco. In quel calamaio intingevamo i pennini per praticare, con sofferta pazienza, i nostri primi esercizi di scrittura. I pennini, pescati in fondo a un rudimentale portapenne di legno, scrivevano come potevano e quando potevano, ma ognuno di noi scolaretti era diventato un vero “nib master” (un termine che avrei appreso oltre sessant’anni dopo), capace di sistemare il proprio pennino secondo le esigenze e le “mode”. Ricordo in particolare il periodo in cui “si portava” il tratto finissimo, che ottenevamo infilando la punta del pennino nel legno del banco e piegandola (attenti a non romperla…) fino a ridurre il flusso di inchiostro ai livelli desiderati: in fondo eravamo dei piccoli nib master, ma allora non lo sapevamo!…
E poi tutto il percorso scolastico e l’università, sempre con una stilografica e le dita sporche di inchiostro. La mia prima penna “importante” fu una Pelikan (non riesco a ritrovare il nome del modello) con un’inconsueto pennino HEF 12 carati, che ancora svolge un onorato servizio. Arrivò poi una Aurora 88, che conservo ancora gelosamente, in perfetta efficienza, col suo tratto scorrevole, e le Sheaffer (le Snorkel…), le Parker e le altre…
Negli anni ho acquisito conoscenze, esperienza, sensibilità e ho approfondito la mia passione per la SCRITTURA, questo meraviglioso modo di comunicare. La mia lunghissima esperienza di docente universitario è stata una formidabile occasione di confronto con i giovani e le loro curiosità. Ho scoperto il piacere di condividere con gli altri, tutti gli altri (purché interessati), quello che ho accumulato in tanti anni, un patrimonio che non voglio, non posso tenere per me solo. Arrivata a termine la mia carriera accademica, si è fatto impellente il bisogno di condivisione, in uno scambio che continui ad essere anche confronto, affinché io possa continuare ad imparare dagli altri…
La decisione (a lungo meditata) di aprire questo sito è, allora, un po’ come voler tenere aperta la porta di casa, per lasciare i visitatori, anche i semplici curiosi, liberi di frequentare uno spazio dove scambiare informazioni, storie, impressioni sul tema della penna, questo magico strumento che, senza l’ormai scontata intermediazione di una macchina, da secoli continua a trasformare pensieri e sentimenti in segni astratti …ma densi di significato.
Da qualche tempo curo la recensione di penne stilografiche, delle quali mi sforzo di evidenziare le caratteristiche salienti: rendo qui disponibili ai miei visitatori queste recensioni (insieme ad altro “materiale”) come contributo personale all’approfondimento del tema, anche se, è bene non dimenticarlo, il tema vero, in fondo, è e rimane quello della scrittura; se non si vuole cadere nell’equivoco fetisticitico dello sterile collezionismo, occorre ricordare sempre la natura strumentale di questi fedeli “attrezzi”, che una assidua frequentazione finisce per renderci cari.
Benvenuti
Giulio Fabricatore